
Come raffigurare il silenzio? Quale forma visiva si può mai dare a ciò che non è tangibile, né dicibile? Eppure, il silenzio dimora da sempre nel nostro immaginario collettivo, nel nostro linguaggio, perfino nella nostra gestualità. Da segno di segreto, meditazione e ascesi nell’arte figurativa antica e religiosa, oggi il silenzio si evolve e muta, rinnovando il suo modo di mostrarsi alla società contemporanea. L’iconografia moderna del silenzio “regredisce”, l’eloquente gesto di avvicinare il dito alle labbra si trasforma in una simbologia meno complessa che va di pari passo con il linguaggio tecnologico, trovando applicazione in luoghi e contesti figurativi-digitali che prima gli erano estranei, dove a farsi immagine sono gli stessi “oggetti del rumore”.
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Lingua
Italiano -
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Collana
Sull'autore
Giulia Fars
Giulia Fars, nata in Abruzzo (Lanciano, 1999), si è laureata in Comunicazione, media e pubblicità all’Università IULM di Milano, conseguendo la tesi di laurea Dare voce al silenzio – Quando l’interiorità incontra la scrittura in Silenzio e Comunicazione, di cui è divenuta cultrice della materia. Specializzatasi nel Master universitario Arti del Racconto-Letteratura, Cinema e Televisione (IULM), ha proseguito gli studi con la Laurea magistrale in Media, Arti, Culture dell’Università degli Studi di Teramo.