Tipi umani e figure dell’esistenza Goethe, Nietzsche e Simmel per una filosofia delle forme di vita

Tipi umani e figure dell’esistenza

Goethe, Nietzsche e Simmel per una filosofia delle forme di vita

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Attraverso la morfologia di Goethe, la riflessione estetica di Nietzsche e la Lebensphilosophie di Simmel si è inteso sviluppare una filosofia delle “forme di vita” nei termini di un’articolazione di tipi umani, modelli esistenziali, personificazioni esemplari e concrezioni simboliche in cui si concentra, come in una monade, un intero universo storico di pratiche, comportamenti, opzioni morali, attitudini culturali e disposizioni artistiche. Il genio, il poeta, l’eroe, il filisteo, il dotto, il giornalista, lo spirito libero, il buon europeo, lo scienziato, il prete, l’asceta, il criminale, il saggio o ancora l’operaio, l’uomo della folla, il bohémien, il flâneur, il dandy e il blasé diventano l’incarnazione plastica di forme di pensiero e di visioni del mondo di grande (in)attualità. Mentre il goethiano “fenomeno originario”, nella sua relazione con l’archetipo, rivela la presenza di una legge stabile – ancorché fluida e anti-essenzialistica – a fondamento del processo vitale di formazione, la casistica tipologica e psicologica di Nietzsche trova espressione nella stilizzazione provvisoria e nella condensazione dinamica della volontà di potenza in figure euristiche, che donano un volto – o meglio una maschera – all’intreccio prospettico dei nostri impulsi. Il carattere metamorfico e irriducibile del Leben, che si svincola completamente dalla rigidità del paradigma e dalla staticità dello stereo-tipo, ricorre nell’indagine estetico-sociologica di Simmel, la quale rivela, attraverso una sensibilissima analisi della metropoli moderna e dell’arte del ritratto, la contesa perenne tra la vita e le forme storico-culturali da essa prodotte.

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Sull'autore

Alberto Giacomelli

Alberto Giacomelli, dottore di ricerca in Filosofia teoretica e pratica, è assegnista presso il dipartimento FISPPA dell’Università degli Studi di Padova, dove collabora con le cattedre di Estetica e Storia della filosofia moderna e contemporanea. I suoi principali interessi di studio riguardano l’estetica, l’intercultura e la filosofia di area tedesca del XIX e XX secolo, con particolare riferimento al pensiero di Nietzsche e alla relazione tra filosofia e linguaggi artistico-letterari, sia occidentali, sia sino-giapponesi. Autore di contributi in riviste e volumi nazionali e internazionali, per Mimesis ha pubblicato le monografie Simbolica per tutti e per nessuno. Stile e figurazione nello Zarathustra di Nietzsche (2012) e Bauhaus absconditum. Arte, corpo e mistica alle radici del Modernismo (2019). Ha inoltre tradotto e curato l’opera di Ryo-suke O-hashi Kire: il bello in Giappone (2017).

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