Delitti senza castigo Dostoevskij secondo Woody Allen

Delitti senza castigo

Dostoevskij secondo Woody Allen

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Un altro libro su Woody Allen? E perché no? Così avrebbe potuto rispondere il regista americano a chi gli avesse chiesto: un altro fim comico? Un’altra commedia? Un’altra commedia amara? Un altro film intimistico o drammatico? Un’altra favola magica? Un’altra rivisitazione dei generi? Un’altra autobiografia in maschera? Con le debite proporzioni, questo non è un nuovo libro sull’intero cinema di Allen, è l’analisi dei film drammatici, dei suoi delitti senza castigo, insieme alle suggestioni del cineasta per la magia, le illusioni, i trucchi, indissolubilmente connessi alle pratiche delittuose dell’occultamento. Entrare nel cinema dei delitti-senza-castigo insieme a quello della magia-del-falso/vero di Woody Allen è come fare un viaggio, anche etico, nell’ironia dell’inconscio: la realtà si misura con l’illusione dell’Immaginario restituendo una piacevole inquietudine, esaltata dall’arte geniale della sua narrazione visiva, che aiuta ad accettare di vivere nel cinismo irrazionale del tempo presente, anche con qualche impunita cicatrice morale.

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Sull'autore

Fabrizio Borin

Fabrizio Borin, già docente di Storia del cinema all’Università Ca’ Foscari di Venezia e componente del Comitato scientifico del Fondo Nino Rota della Fondazione Cini, è autore delle monografie Jerzy Skolimowski (1987), Carlos Saura (1989), Woody Allen (1997), Federico Fellini (2000), L’arte allo specchio. Il cinema di Andrej Tarkovskij (2004), Casanova (2007) e Solaris (2010). Direttore della collana “Scrivere le immagini” del Premio Mattador per la sceneggiatura, ne è anche Direttore artistico.

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