Romanzo occidentale Volponi e noi. Stenogrammi di filosofia, letteratura e politica

Romanzo occidentale

Volponi e noi. Stenogrammi di filosofia, letteratura e politica

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“Ritratti di pensiero” su Paolo Volponi con passaggi interni su Giacomo Leopardi, Pier Paolo Pasolini e Peter Sloterdijk – (e un intermezzo su Edgar Morin) – attraverso stenogrammi filosofici e letterari coinvolgenti anche la sfera della politica e, in generale, della storia delle idee. Un milieu culturale caratterizzato da molteplici “aspetti cromatici” dell’esistenza in cui si consumano le parole dell’io e le mode dell’anima nel rumore del mondo. Stenogrammi che tracciano la filosofia anche come “critica del linguaggio” con cui si appalesa l’essere. Attraverso Volponi: scene dell’autocoscienza e del pensiero monologico, filosofie dell’esistenza, zibaldoni dell’umano tra poesia, letteratura, saggistica critica, politica e sociologia. Antropologie di pensiero della modernità, del Novecento, “classici” contemporanei. In Romanzo occidentale Antonio De Simone “espone” una “galleria” d’autori in cui Volponi, l’Urbinate, è riletto - in sintonia con la voce “memoriale”, “corporale” e “ducale” del suo modus scribendi – nella “politicità” del fatto letterario e in un affabulante “theatrum philosophicum”, dove emerge tra utopia e ucronia la domanda sul destino del pianeta “irritabile” tra humanitas e animalitas, tra bíos e tecnica. Volponi e noi nel conflitto dell’ex-sistere, tra natura e cultura, nel mondo del capitale, del denaro, delle cupiditates, della città, del digitale, nell’inquietudine del divenire nella “macchina mondiale”, tra contingenza, necessità e insecuritas, tra relazioni di potere e di sapere. Dopo Volponi, il palcoscenico dell’umano continua a rappresentare, nella dialettica tra memoria e innovazione, l’ineffabile chiasmo dell’essere nel “gran bazar” del sipario contemporaneo.

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Sull'autore

Antonio De Simone

Antonio De Simone, filosofo e saggista, è professore di Storia della filosofia e Filosofia della cultura all’Università di Urbino. Nel 2013-14, con l’Abilitazione Scientifica Nazionale, ha ottenuto l’idoneità a professore ordinario di Storia della filosofia e di Filosofia politica. Con un peculiare stile intellettuale si è occupato del pensiero filosofico, politico, etico-giuridico, ermeneutico, estetico e sociologico moderno e contemporaneo; ha analizzato, tra l’altro, il rapporto tra soggetto, conflitto e potere nelle metamorfosi della modernità a partire da Machiavelli; ha inoltre contribuito alla ricezione nazionale e internazionale dell’opera di Georg Simmel e di Jürgen Habermas. È autore di oltre una quarantina di volumi; tra i recenti: L’inquieto vincolo dell’umano (2010); Passaggio per Francoforte (2010); Dislocazioni del politico (2011²); Conflitto e socialità (2011); Il soggetto e la sovranità (2012); Alchimia del segno (2013); Machiavelli (2013); L’arte del conflitto (2014, 2016²); L’Io reciproco (2016); Intervista a Machiavelli (et. al., 2017³, Premio Letterario Nazionale “U. Fraccacreta”, 2018); Il ponte sul grande abisso (2017²); La via dell’anima (2017); Dismisure (2017); Il primo Habermas (2017²); Destino moderno. Jürgen Habermas. Il pensiero e la critica (2018); Post res perditas. Discorsi su Machiavelli. Lezioni Urbinati (2019). Ha curato le raccolte di saggi Leggere Simmel (2004); Identità, spazio e vita quotidiana (2005); La vita che c’è (et. al., 2006, 2 voll.); Diritto, giustizia e logiche del dominio (2007); Paradigmi e fatti normativi (2008); Per Habermas (et. al., 2009); Leggere Canetti (et. al., 2011). Ha ricevuto premi e riconoscimenti di prestigio per la sua attività scientifica. Collabora con riviste nazionali e internazionali. È direttore di Collane editoriali ed è Socio Ordinario dell’Accademia Raffaello di Urbino. È stato relatore al Festivalfilosofia di Modena.

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