Un libro scritto al futuro remoto. Le distopie della società e delle arti: la paura per il contagio pandemico, la fobia per l’energia nucleare, l’angoscia per il destino della Terra esprimono lo smarrimento del mondo occidentale. Al piacere del consumo e del turismo, alla gioia dello spettacolo, si sostituisce l’angoscia: fusione distopica tra l’anticipazione mediatica delle tragedie e la loro emergenza reale. È lo spettatore turbato che riceve in successione dai monitor gratificanti inviti al godimento e scariche sensoriali che gli rendono familiari le catastrofi.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
282 -
Collana
Sull'autore
Giulio de Martino
Giulio de Martino, è nato a Napoli, vive e lavora a Roma. Professore di storia e filosofia, ha insegnato a contratto, in varie università, didattica della storia e bioetica ambientale. Svolge attività di pubblicista e di critico. Tra i suoi libri: Le filosofe (1994), La prospettiva del ’68 (1998), Antologia del dissenso (2003), Paradigmi dell’ozio (6 voll. 2007), Etica e bioetica (2008), La mente virtuale (2015).