A distanza di poco più di un secolo dalla morte, la figura di Cesare Lombroso continua a essere oggetto di numerosi studi, analisi e polemiche. Attraverso l’esame di alcune delle sue opere principali e dell’ambiente storico e sociale in cui furono prodotte, la presente opera rilegge l’impresa lombrosiana come una macchina simbolica e ideologica che colma sul piano dell’immaginario l’assenza di legittimazione dello Stato unitario. Mediante un’analisi serrata delle strategie discorsive e degli stratagemmi retorici impiegati, da una parte viene demistificata la scientificità da alcuni ancora invocata nei confronti di Lombroso. Dall’altra, la riflessione mira a porre domande più generali sullo statuto delle scienze umane e sociali con riguardo ai criteri della loro utilità e ragionevolezza.
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Lingua
Italiano -
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Sull'autore
Dario Altobelli
Dario Altobelli è ricercatore in Sociologia generale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Sociali dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Tra le sue pubblicazioni: L’utile e il ragionevole. Saggio su Cesare Lombroso (2016), I sogni della biologia. Utopia e ideologia delle scienze della vita del Novecento (2012), Il fondo archivistico Gaetano Mosca (2010) e Indagine su un bandito. Il caso Musolino (2006). Per Mimesis ha curato e tradotto: Jean Baudrillard, All’ombra delle maggioranze silenziose ovvero la fine del sociale (2019); Robert Hertz, La preminenza della mano destra. Studio sulla polarità religiosa (2016). È inoltre autore di studi sull’utopia e su figure e momenti della storia delle scienze umane e sociali apparsi su riviste e volumi collettanei nazionali ed esteri.