L’invenzione del Sahel Narrazione dominante e costruzione dell’Altro

L’invenzione del Sahel

Narrazione dominante e costruzione dell’Altro

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Con il termine arabo “sahel” – letteralmente “bordo del deserto” – s’intende quella fascia di territorio africano che attraversa orizzontalmente tutto il continente, fungendo da area di passaggio tra l’arido deserto del Sahara a Nord e la fertile savana arborata a Sud. Secondo Jean-Loup Amselle, tra i massimi antropologi contemporanei, a questa categoria geografica è stata associata una questione socio-culturale e politica del tutto arbitraria: il Sahel non esiste e nasce esclusivamente all’interno del contesto coloniale francese. Un tempo il territorio era attraversato dagli imperi Ghana, Mali e Songhai, che mettevano in comunicazione l’Africa subsahariana con le coste del Mediterraneo. Sulle rotte commerciali di Timbuctù, Djenné e Kong viaggiavano le carovane che trasportavano l’oro in Europa e gli schiavi in direzione del mondo arabo-musulmano. A questo asse Nord-Sud, con la colonizzazione francese del continente africano, se ne sovrappose un altro da Oriente a Occidente. Secondo Jean-Loup Amselle, è proprio a questa cesura storica, politica e culturale che vanno imputati i problemi che interessano oggi il Sahel e tutto il continente africano.

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Sull'autore

Jean-Loup Amselle

Jean-Loup Amselle, direttore di studi all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi (Ehess), è redattore capo dei “Cahiers d’études africaines” e autore di numerose pubblicazioni, tra cui, tradotte in italiano, Logiche meticce. Antropologia dell’identità in Africa e altrove (Bollati Boringhieri, 1999); Connessioni (Bollati Boringhieri, 2001); L’arte africana contemporanea (Bollati Boringhieri, 2007). Per Meltemi ha pubblicato Il museo in scena (2017), Il distacco dall’Occidente (2009) e ha curato, con Elikia M’Bokolo, L’invenzione dell’etnia (2017).

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