L’atlante e l’archivio Esperienze di antropologia letteraria in Judith Schalansky, Christoph Ransmayr e Gerhard Roth

L’atlante e l’archivio

Esperienze di antropologia letteraria in Judith Schalansky, Christoph Ransmayr e Gerhard Roth

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Nella letteratura contemporanea di lingua tedesca l’interesse per questioni antropologiche costituisce non solo un tema ricorrente, ma anche un’occasione di sperimentazione formale. Questo libro analizza tre opere in cui l’immaginario dell’atlante si amplia rispetto alle sue origini geografiche e si pone in dialogo con varie forme di archivio. Gli atlanti di Judith Schalansky, Christoph Ransmayr e Gerhard Roth, intitolati rispettivamente Atlas der abgelegenen Inseln (Atlante delle isole remote), Atlas eines ängstlichen Mannes (Atlante di un uomo irrequieto) e Atlas der Stille (Atlante del silenzio), appaiono come costruzioni narrative atte a portare alla luce materiali antropologici eterogenei, tratti da archivi reali e virtuali. Testi brevi o brevissimi, frammenti biografici, didascalie ed elementi grafici mostrano spaccati di realtà abissali e perturbanti. A emergere è l’interesse per un’antropologia della singolarità che si avvale di tecniche e strategie narrative oggi al centro di una crescente attenzione da parte del pubblico e della critica.

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Sull'autore

Guglielmo Gabbiadini

Guglielmo Gabbiadini insegna Letteratura tedesca all’Università di Bologna. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Letterature euroamericane presso l’Università degli Studi di Bergamo con una tesi su Wilhelm von Humboldt (Il mito del duale. Antropologia e letteratura in Wilhelm von Humboldt, Mimesis, 2014). Le sue attuali ricerche riguardano principalmente l’antropologia letteraria dell’età contemporanea.

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