La relazione vita-potere è il nucleo originario del politico. Questo nasce dalla necessità di dare una forma ordinativa alla costitutiva sovrabbondanza della vita, all’insostenibile uguaglianza tra identità e alterità che genera violenza. Le forme di tale relazione sono molteplici. L’ordine politico comunitario ha mostrato nella modernità una spiccata caratteristica immunitaria, facendo della funzione protettiva la base di costruzione della sovranità politica e dei diritti. Ma ciò espone la vita al rischio assoluto della morte. Ognuno di noi esercita democraticamente il potere di escludere e di uccidere e lo fa in vista della sicurezza, della preservazione della vita, del benessere generale. Questa dinamica biopolitica, presente anche in contesti democratici, raggiunge il suo apice di crudeltà nei totalitarismi e nelle dinamiche violente prodotte tramite consenso dai moderni apparati tecnico-amministrativi. La violenza di massa e il genocidio ne rappresentano gli esiti più estremi.
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Italiano -
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Sull'autore
Rosanna Castorina
Rosanna Castorina (Catania, 1982) è Dottoressa di ricerca in Filosofia delle scienze sociali presso l’Università degli Studi dell’Insubria, aderisce al Dipartimento di Economia, Società, Politica - DESP dell’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino. Si occupa di studi foucaultiani relativi a tematiche biopolitiche e bioeconomiche (totalitarismo, simbolica delle tecnoscienze e bioetica). Ha pubblicato articoli e saggi presso alcune riviste internazionali di Filosofia (Metàbasis, Lo Sguardo, Governare la paura). È autrice di “Governare l’in-umano. Miti e politiche della razza, biopotere, eugenetica” (Aras Edizioni, Fano, 2011).