Il mutamento delle subculture Dai teddy boy alla scena trap

Il mutamento delle subculture

Dai teddy boy alla scena trap

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Dai teddy boy del Secondo dopoguerra ai punk della fine degli anni ’70, passando per rocker e modder, le sottoculture giovanili hanno affascinato generazioni di ragazzi e intimorito generazioni di adulti, quasi mai in grado di comprenderle e analizzarle fino in fondo. Questo fino alla loro scomparsa, complice la progressiva espansione della cultura hip-hop, partita dalla New York degli anni ’70 e culminata col fenomeno trap. Parlare di “sottocultura” trap, infatti, appare semanticamente errato: di sotterraneo e nascosto c’è poco o nulla, gli artisti trap svettano nelle classifiche globali e il tardo-capitalismo fagocita tutto ciò che può essere reso vendibile. Francesco Caroli prova ad analizzare il fenomeno con un approccio sociologico, cercando di indagarne le significazioni per i giovani e studiandone gli aspetti dissacranti rispetto ai valori della società tradizionale, con l’obiettivo di categorizzare il genere musicale secondo le nuove forme di aggregazione sociale.

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    Italiano
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Sull'autore

Francesco Caroli

Francesco Caroli, laureato in Scienze politiche, relazioni internazionali e studi europei all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. Appassionato di musica e grande fruitore di rap, attualmente collabora come project manager per l’etichetta discografica “DIGA Records” ed è autore stabile per le riviste musicali cartacee “L’Olifante” e “SMMAG!”.

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