La pornografia continua a impattare sulla società occidentale con forza inusitata. È dalla fine degli anni ’60, quando è diventata di massa, che tocca, influenza e persino modifica i comportamenti sessuali, le relazioni di genere, l’immaginario erotico nel suo complesso. Per questi motivi se ne sono interessati miriadi di studiosi, producendo una bibliografia immensa. Pietro Adamo, uno dei veterani italiani dei “Porn Studies”, polemizza con lo stile di tali saggi, del tutto ignari delle pratiche sociali e culturali che fanno della pornografia un genere popolare di grande consumo. Leggendo l’hard core all’incrocio tra l’istanza di emancipazione sessuale dalla morale tradizionale che lo ha ispirato, sin dai suoi esordi a inizio ’500, e la sua inerente sessuopolitica, tarata sull’occhio maschile e orientata alla subordinazione femminile, Adamo scende negli inferi del porno “vero”, discutendo tendenze e scuole, assetti produttivi e autori, presenza e assenza della donna, passando dai primi filmini in Super8 ai successi sul grande schermo, dall’avvento della videocassetta all’affermazione dell’hard in rete, scavando nelle sue motivazioni, nelle sue ragioni d’essere, nelle sue oscillazioni culturali e politiche.
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Italiano -
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Sull'autore
Pietro Adamo
Pietro Adamo insegna Storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi di Torino. Si occupa della cultura politica del protestantesimo radicale, della storia della tradizione libertaria e del percorso delle controculture. Trai suoi ultimi libri: L’anarchismo americano nel Novecento (2016) e William Godwin e la società libera (2017). Sul fenomeno hard core ha scritto La pornografia e i suoi nemici (1996) e Il porno di massa (2004).