
L’ebraico antico, nel descrivere un individuo, raramente conosce il singolare della parola volto. Di un individuo si parla spesso de ”i volti” (Panim), che sono dunque manifestazione di un’identità plurale e collettiva. Di fronte alla manifestazione del Silenzio l’uomo in cammino spirituale si copre dunque “i volti”, in un commovente gesto di pudore e protezione. Ma “guardando e rimirando” l’armonia di quel gesto, mi sono sempre chiesto se la stessa non potesse anche significare un anelito all’unità, o quanto meno all’armonizzazione dei nostri “esseri”. Il Silenzio, specie quello biblico, è un richiamo all’elevazione e all’unità, e al contempo il Silenzio è la memoria della perdita di quella stessa armonia.
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Lingua
Italiano -
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Sull'autore
Sergio Daniele Donati
Sergio Daniele Donati (Milano 1966) è un avvocato milanese, allievo di Haim Baharier. Studioso e insegnante di meditazione ebraica ed estremo orientale. Insegna cultura ebraica e meditazione in associazioni e scuole di formazione.