La Compagnia di Gesù, fondata a Roma nel 1540 da Ignazio di Loyola, non fu solamente uno degli ordini regolari maggiormente impegnati nella realizzazione della Controriforma cattolica nell’Europa del Cinque e
Seicento. Nel corso dell’Età moderna i gesuiti riuscirono a proiettare in una dimensione globale i loro due tratti identitari più rilevanti, e cioè l’azione missionaria e l’impegno docente/ culturale. Il libro si prefigge di illustrare tale peculiarità attraverso le vicende dei collegi di Cerignola, Barletta e Bovino: insieme alle masserie acquisite dai confratelli romani nel Tavoliere, queste residenze promossero le attività pastorali ed educative dei gesuiti meridionali in due importanti province del Regno di Napoli, la Capitanata e la Terra di Bari. Se l’apertura di una sede dell’ordine era il risultato di complesse trattative con le autorità politiche, i ceti dirigenti e i baroni del posto, spesso l’arrivo dei gesuiti finiva per scatenare aspri conflitti all’interno del clero e delle comunità, conflitti che potevano assumere un rilievo ben più ampio, travalicando l’ambito locale in cui erano nati. In questi casi la difesa dello status (e degli annessi privilegi), sovrapponendosi al “bisogno di sacro” e agli interessi economici delle élites, finivano per segnare le sorti, nel bene e nel male, dei collegi. Fu quello che accadde nelle tre città pugliesi.
Sull'autore
Niccolò Guasti
Niccolò Guasti (PhD presso la Scuola Normale Superiore di Pisa) è professore associato di Storia moderna presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Tra
i suoi interessi di studio figurano il riformismo spagnolo del Settecento, l’Illuminismo napoletano e l’esilio italiano dei gesuiti iberici espulsi, tema al quale ha dedicato quattro monografie e numerosi saggi. È membro del Consiglio scientifico della Società Italiana di Studi sul Secolo Diciottesimo e ha svolto attività di formazione e di insegnamento presso le Università di Alicante e di Stettino.