Il libro intreccia una riflessione filosofica intorno al tema della distruzione nel Dopoguerra tedesco, a partire dall’opera poetica di Paul Celan e privilegiando il tema naturalistico presente nelle sue composizioni. Il saggio lascia emergere come quest’ultimo non si sviluppi casualmente, ma secondo una scelta accurata di naturalisti, e delle loro opere, interessati a un rapporto corpi/ ambiente che oggi chiameremmo simbiotico o sympoiesis (dipendenza tra tanti). Attraverso questa lente si interroga tanto la teodicea, quanto l’epistemologia della storia naturale (anzi, delle storie naturali), configurate attraverso usi letterari alternativi (la storia naturale di W.G. Sebald, per esempio), che danno invece corpo a un modello di narrazione oggettivo, documentario. Mettendo a confronto il modello oggettivista con quello poetico-esperienziale, il saggio dischiude una prospettiva ecologica ed etica sulla narrazione del trauma. Pur restando rigoroso nel metodo storico, non si rivolge a un pubblico di specialisti, ma a chi vuole affrontare il problema filosofico del male in senso laico.
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Collana
Sull'autore
Mariaenrica Giannuzzi
Mariaenrica Giannuzzi classe 1989, dopo la laurea in Filosofia alla Sapienza Università di Roma, ha svolto diverse attività di ricerca presso la Cornell University di New York, la Humboldt Universität di Berlino e il centro studi Morphomata di Colonia. Si occupa dei rapporti tra storia naturale e società, storie naturali e letterarie, ambiente e politica.