La filosofia, secondo Dewey, è un’attività di ricostruzione del conoscere e dell’agire. Il sapere occidentale, affrancandosi dalla filosofia e dalla scienza greche con la svolta sperimentale dell’età moderna, ha liberato il concetto di esperienza dall’assoggettamento morale, sociale e politico di una ragione superiore avulsa dalla pratica. Ma il metodo sperimentale deve ancora rivelare la sua portata rivoluzionaria. A ciò è dedicata l’attività di ricostruzione della filosofia. Occorre intendere l’esperienza non più nel senso puramente conoscitivo, ma in quello ben più ampio del fare e del creare, che rende la natura artefice di sé stessa e della propria finalità. In questa prospettiva, tutti i fenomeni dipendono da eventi e producono effetti la cui spiegazione non richiede l’intervento di principi di carattere superiore o metafisico. A tale processo di “democratizzazione” della natura, dovrebbe seguire un medesimo effetto radicale e democratizzante delle relazioni umane.
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Italiano -
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Sull'autore
John Dewey
John Dewey (1859-1952) è considerato tra i maggiori filosofi americani e tra i principali esponenti del pragmatismo, di cui ha fondato una delle correnti di pensiero. I suoi molteplici interessi, testimoniati da una produzione sterminata, vanno dall’epistemologia alla pegadogia fino all’etica, alla teoria politica e all’estetica. Di quest’ultima Dewey ha offerto una delle più originali rivisitazioni date nel corso del XX secolo, nota in particolare attraverso il celebre saggio Arte come esperienza (1934).