Noto come regista cinematografi co dalla grande inventiva, ma dalla scarsa prolifi cità – nel giro di un trentennio di attività diresse solo cinque film, la maggior parte oggi considerati leggendari, un mediometraggio e un pugno di documentari –, Gillo Pontecorvo intraprese all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale la carriera di giornalista, dapprima inviando corrispondenze da Parigi, dov’era tornato a vivere, e successivamente assumendo la carica di direttore di “Pattuglia”, la più popolare delle riviste giovanili del Partito Comunista. Quest’antologia raccoglie di quest’ultima sua esperienza gli editoriali, gli articoli e le interviste redatti tra il 1947 e il 1950 sia come collaboratore e, successivamente, come direttore.
In appendice quattro interviste a Pablo Picasso, Marlene Dietrich, René Clair e Jean Frédéric Joliot-Curie, pubblicate nel 1947 da Pontecorvo su “Omnibus”, “Milano- Sera” e “La Repubblica”.Book details
-
Publisher
-
Language
Italian -
Publication date
-
Collection
About the author
Gillo Pontecorvo
Gillo Pontecorvo (Pisa 19 novembre 1919 - Roma 12 ottobre 2006), cineasta tra i più celebri del cinema italiano nel mondo. Di famiglia ebrea agiata, fratello del celebre fisico Bruno Pontecorvo, uno dei ragazzi di Via Panisperna che scelse l’Unione Sovietica come sua nuova patria, fu, durante la Seconda guerra mondiale, pendolare tra Parigi e l’Italia. Iscritto al Partito Comunista clandestino, militò nella Resistenza con il nome di battaglia di Barnaba. Tornato nella capitale francese liberata, collaborò con alcuni giornali italiani inviando corrispondenze. Prima di dedicarsi totalmente al cinema, diresse il settimanale della gioventù socialista e comunista d’Europa, “Pattuglia”. Fu aiuto regista di Mario Monicelli, Gian Carlo Menotti, Yves Allégret, e partecipò come attore al film di Aldo Vergano, Il sole sorge ancora. Negli anni Cinquanta diresse alcuni documentari prima di esordire nel film collettivo di Joris Ivens, La rosa dei venti, con l’episodio Giovanna. Il suo primo lungometraggio fu La grande strada azzurra, cui seguirono Kapò, La battaglia di Algeri (Leone d’oro a Venezia nel 1966), Queimada (con Marlon Brando protagonista) e Ogro. Nel 1992 fu chiamato a dirigere la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, incarico che tenne per cinque memorabili edizioni.