
Il testo intende indagare il delicato problema della femminilità negata durante la Shoah. Le autrici, Anna Foa, storica, e Francesca Nodari, filosofa, approfondiscono ciascuna dal loro punto di vista la messa in discussione e la violazione stessa del corpo femminile. Questo con il costante richiamo a numeri, fatti, racconti delle sopravvissute, mostrando nel tremendum di ciò che è stato, la peculiarità della sofferenza e insieme della resistenza politica e morale. Il fatto stesso di prendersi cura della propria persona, di non lasciarsi andare, diveniva un imperativo così come il kiddush ha-hayym, la santificazione della vita, prendeva sempre più la forma di dare corso a ciò che E. Fackenheim chiamò il 614° precetto: sopravvivere per non dare una vittoria postuma a Hitler. Di qui l’emergere di una stretta correlazione tra il generare e il ricordare riportando al centro del dibattito la singolarità della deportazione femminile nei termini di una «ferita di genere».
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Yes -
Language
Italian -
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About the author
Anna Foa
Anna Foa, tra le maggiori studiose della condizione femminile nella Shoah, è stata docente di Storia moderna alla Sapienza Università di Roma. Tra i suoi libri: Portico d’Ottavia (2015); La famiglia F. (2018), Il giovane Primo è tornato (2019); Anime nere. Due donne e due destini nella Roma nazista (con L. Scara a, 2021).
Francesca Nodari
Francesca Nodari, allieva di Bernhard Casper, è filosofa morale e direttore scientifico del Festival Filosofi lungo l’Oglio. Tra i suoi libri: Il male radicale tra Kant e Levinas (2008); Il pensiero incarnato in Emmanuel Levinas (2011); Il bisogno dell’Altro e la fecondità del Maestro (2013); Temporalità e umanità. La diacronia in E. Levinas (2017).