Alle origini della tecnologia scientifica
Ricezione e sviluppo del pensiero galileiano nell’opera di Isaac Newton
Angelo Calemme
A partire da quando la tecnologia si configurò come imprescindibile e fondamentale orizzonte di senso dell’uomo per l’uomo, come universale e macchinatrice nuova scienza della natura all’interno di quella sorta di preistoria del lavoro industriale, meglio ancora, in quella protostoria del lavoro macchinico che fu l’età della manifattura, tra il XVII e la prima metà del XVIII secolo? E ancora: per opera di quali processi la macchina fu posta a un certo punto della storia umana dall’epidermide al cuore della civiltà europea, già prima che essa con la Rivoluzione industriale del carbone, dell’acciaio e dei cavalli vapore divenisse medium privilegiato della divisione del lavoro? Per rispondere a questi urgenti interrogativi, come ad altri in essi impliciti, al tempo della Rivoluzione industriale 4.0, dello sviluppo dell’Intelligenza artificiale e della Smart economy, occorre risalire fino alle origini della prima modernità e precisamente al tempo in cui filosofi del calibro di Galileo Galilei e Isaac Newton, indipendentemente da Dio, dalla Sapienza e dal senso comune, fecero delle loro macchine di misurazione i nuovi ed esclusivi strumenti di ricerca della verità.
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Italian -
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About the author
Angelo Calemme
Angelo Calemme è Dottore di ricerca in Filosofia e Studi classici dell’Universitat de Barcelona e docente supplente di filosofia e storia per il MIUR. È curatore de L’illuminismo prima dell’Illuminismo. Perché la Chiesa condannò Galilei (2013) e autore di monografie come La ragione galileiana del mondo. Tra metafisica, filosofia e tecnologia (2017) e Il popolo dei mezzogiorni uniti e l’Europa di Maastricht. Per un pensiero dell’integrazione (2018).