In greco il termine therapeuein vuol dire prendersi cura di qualcuno, non guarire. Vuol dire cercare l’armonia del nostro protetto, come conferma l’antico taoismo, che propone: “Prenditi tutto in carico, ma non trattenere niente”. Il terapeuta è un logos poieticos, direbbe Aristotele, ossia uno spirito umano che crea (sottinteso, la salute): non fa miracoli, ma può comunque spingersi agli estremi limiti dell’umanamente immaginabile tramite un’altra categoria, ossia l’utopia. L’utopia, come dice il nome stesso (u privativo e topos, luogo: in nessun luogo) è qualcosa di irraggiungibile perché non ha un luogo dove resta fissa, ma analogamente alla linea dell’orizzonte, quando la si insegue lei si sposta più in là. Tommaso Moro, agli inizi del ’500 scrisse Utopia. Ma allora, se è irraggiungibile, a cosa serve? Serve a camminare, serve a mantenere viva la speranza nel paziente, serve a non spegnere la luce, serve a evitare la disperazione più nera della frase “non c’è più nulla da fare”.
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Italian -
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About the author
Alberto Lomuscio
Alberto Lomuscio, nato a Venezia nel 1955, è cardiologo e agopuntore. Ha da sempre coltivato la passione per il pensiero filosofico dell’antica Cina e insegna Medicina tradizionale cinese presso la Scuola “Sowen” e l’Istituto Orientale di Medicina Energetica (IOME) di Milano. Da decenni è studioso del più antico libro sapienziale taoista, l’Yi Ching, fonte di profonda saggezza per chi lo legge e lo pratica. Ha scritto un’analisi completa della sapienza nascosta nella Divina Commedia applicando l’impostazione ermeneutica dell’Yi Ching in un libro del 2011 e, più di recente, un libro sul simbolismo del corpo umano alla luce della filosofia medica cinese.