Un’oasi nell’attimo Poesie scelte

Un’oasi nell’attimo

Poesie scelte

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Sono qui raccolte le più significative e intense poesie di Sohrāb Sepehri, il poeta mistico per eccellenza della letteratura novecentesca persiana. Pur essendo profondamente legato alla sua terra e cultura religiosa d’origine, Sepehri ha saputo raggiungere uno sguardo universale sulla condizione umana e spirituale del suo tempo, in sintonia con quanto avvenuto per altri intramontabili autori dell’Iran, tutt’ora letti e apprezzati, basti pensare a Rumi. Questa silloge, recante testo persiano a fronte e postfazione di Giuseppe Conte, è la testimonianza che la poesia, al di là dei suoi possibili confini geografici e tematici, se autentica e necessaria, riesce a scavalcare qualsivoglia distanza linguistica e culturale, arrivando dritta al cuore dei lettori di ogni tempo e paese.

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Sull'autore

Sohrāb Sepehri

Sohrāb Sepehri nato a Kāshān nel 1928 e morto a Tehran nel 1980, è uno dei massimi poeti persiani contemporanei. Dopo aver compiuto gli studi nella città natale, nel 1948 si trasferisce a Tehran – spinto dal grande amore per la pittura che, insieme alla poesia, nutrirà la sua vita artistica – dove si diploma all’Accademia di Belle Arti; comincia così a viaggiare all’estero per farsi conoscere come pittore, risiedendo per lunghi periodi a Parigi. Da sempre interessato alle vie mistico-sapienziali, a partire dagli anni Sessanta esplora l’Oriente in cerca di un Sapere capace di dissetare la propria ricerca spirituale. Nel 1965 pubblica il poema Sedā-ye pā-ye āb (Il suono dei passi dell’acqua) che, insieme alla successiva silloge Hajm-e sabz (La dimensione verde, 1967), segna la parte centrale e più significativa della sua attività poetica. Nel frattempo continua a collaborare con varie gallerie europee e americane. Tornato in patria, nel 1977 pubblica la sua intera opera poetica in un unico volume intitolato Hasht ketāb (Otto libri). Colto da un male incurabile, si spegne a soli cinquantuno anni, mantenendo uno stile di sobrietà e discrezione sino all’ultimo. Alla sua celebre lirica Indirizzo è ispirato il film Dov’è la casa del mio amico? del regista Abbas Kiarostami.

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