Fotogrammi di carta I venticinque anni del cineromanzo italiano (1950-1975)

Fotogrammi di carta

I venticinque anni del cineromanzo italiano (1950-1975)

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Tra l’inizio degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Settanta, l’editoria italiana è segnata dalla rapida diffusione e dall’altalenante successo di una particolare tipologia di riviste para-cinematografiche, note oggi come cineromanzi. Pensate per un pubblico prima femminile e poi maschile, queste testate offrivano sulle loro pagine novellizzazioni a fumetti di pellicole coeve che, grazie all’uso di fotogrammi o fotografie di scena corredati di balloon e didascalie, permettevano alle lettrici e ai lettori di fruire di un lungometraggio in modo alternativo, svincolandone la visione dallo spazio della sala. Ragionando su un duplice aspetto che vede il cineromanzo come formato editoriale, da un lato, e come fenomeno culturale, dall’altro, Fotogrammi di carta propone una riflessione ad ampio raggio su questa realtà multiforme e complessa, facendo dialogare prospettive di analisi tradizionalmente contenutistico-formali con punti di vista affini alle diverse branche degli studi culturali.

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Sull'autore

Gabriele Landrini

Gabriele Landrini è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dopo aver conseguito il dottorato presso la Sapienza Università di Roma. È parte del progetto PRIN “Il pollo ruspante. Il cinema e la nuova cultura dei consumi in Italia (1950-1973)”. È membro della redazione delle riviste “Cinergie. Il Cinema e le altre Arti” e “Cinéma & Cie. Film and Media Studies Journal”. I suoi interessi di ricerca vertono sul cinema popolare italiano e sui suoi paratesti, analizzati in particolare in rapporto alle questioni di genere e alle culture giovanili. Su questi temi, ha partecipato a convegni nazionali e internazionali e ha pubblicato saggi in riviste di settore.

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