
Obsoleto, superato, fuori moda... sono lo spauracchio del mondo culturale, come la nera signora lo è delle nostra tranquillità quotidiana. Divenire obsoleti significa scontare fino in fondo la vanità del tempo che stiamo vivendo. Significa che ci possono dimenticare senza nessuna fatica, confonderci tranquillamente con lo sfondo delle abitudini e delle piccole o grandi ossessioni che occupano la nostra vita. Ma la posizione obsoleta ha un segreto che è difficile da rivelare e ancor più da incarnare: è la prospettiva migliore dalla quale osservare le macerie della storia, la brutalità dei poteri, la vacuità dei consumi, le sconcezze delle ideologie, l’agonia dei mala tempora. Da questa posizione, il tempo si guarda a rovescio, è “contratto”, come diceva san Paolo; non mira alle infinite sorti e progressive, ma contempla a muso duro le macerie della storia, come l’Angelus novus di Benjamin. Incarnare questa posizione è il mestiere dei martiri. Non dei sapienti, non dei potenti: dei martiri. Come don Milani. In questa prospettiva si pone l’esigenza di reinventare il medium della cittadinanza e il senso del credere alla luce dell’estenuazione della coscienza e del deperimento della vita dello spirito introdotto nella società globale dalla forte trasformazione mediatica delle tele-tecno-scienze.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
144 -
Collana