Il testo raccoglie una decina di contributi scritti in occasione del centenario della rivoluzione russa a partire da un’esigenza sentita come importante dagli autori: offrire un’analisi storiografica su uno snodo centrale per la storia del Novecento e per l’identità del movimento operaio, mettendo in evidenza natura e caratteristiche della critica anarchica al bolscevismo. Emerge così, nella sua ricchezza e perspicacia, la visione libertaria degli eventi russi, ovvero il tentativo di far sopravvivere la rivoluzione al bolscevismo, o meglio di far vivere la rivoluzione facendo a meno dei due pilastri su cui poggia il bolscevismo: il partito e la polizia segreta. Nel fare ciò gli anarchici provano anche a mettere in moto processi, seppur frammentari, di autogoverno popolare, appoggiando i soviet più radicali, come quello di Kronštadt, o l’autogestione delle campagne, come nelle zone influenzate dal machnovismo.
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Italian -
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About the author
Antonio Senta
Antonio Senta (Fiesole, 1980) è insegnante di storia e filosofia alle scuole superiori. Tra le sue ultime pubblicazioni concernenti la storia dell’anarchismo ci sono i volumi: A testa alta! Ugo Fedeli e l’anarchismo internazionale 1911-1933 (2012); Utopia e azione. Per una storia dell’anarchismo in Italia (1848-1984) (2015); L’altra rivoluzione. Tre percorsi di storia dell’anarchismo (2016); La pratica dell’autogestione (2017, con Guido Candela) e Luigi Galleani. L’anarchico più pericoloso d’America (2018).