Il saggio, del 1925, costituisce un’agile ed esaustiva introduzione ai temi dell’estetica di John Dewey, che troveranno sviluppo in Arte come esperienza (1934). I temi fondamentali dell’estetica di Dewey sono: il recupero dell’esperienza nell’arte; l’esteticità diffusa dell’esperienza ordinaria; il valore “vitale” dell’estetico; la relazione tra dimensione cognitiva e dimensione estetica dell’esperienza. Il saggio non offre solo un accesso immediato all’estetica di Dewey – oltre a essere l’unico suo saggio di estetica non disponibile in italiano: una prima traduzione degli anni ’70 è da tempo fuori catalogo – ma è anche il saggio in cui Dewey pone maggiormente l’accento sull’intreccio tra strumentalità dell’agire umano e godimento estetico: ne emerge l’immagine di un soggetto che, mentre trae piacere dall’esperienza che fa, seleziona le competenze necessarie a una più stretta interazione con l’ambiente; parallelamente l’attività artistica è pensata come momento di apprendimento e di costruzione di modelli di conoscenza.
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Italian -
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John Dewey
John Dewey (1859-1952) è considerato tra i maggiori filosofi americani e tra i principali esponenti del pragmatismo, di cui ha fondato una delle correnti di pensiero. I suoi molteplici interessi, testimoniati da una produzione sterminata, vanno dall’epistemologia alla pegadogia fino all’etica, alla teoria politica e all’estetica. Di quest’ultima Dewey ha offerto una delle più originali rivisitazioni date nel corso del XX secolo, nota in particolare attraverso il celebre saggio Arte come esperienza (1934).