Nella storiografia occidentale, la guerra russo-turca del 1877-1878 viene liquidata come un’appendice della crisi balcanica. Lo studio di Francesco Dei intende smontare questa falsa costruzione, restituendo all’evento la sua corretta portata, quella di ultimo, grande conflitto tra due potenze europee prima dello scoppio della Grande guerra. Più di mezzo milione di soldati si scontrarono su entrambe le sponde del Mar Nero (europea e asiatica) in un orizzonte di profondo mutamento dell’arte militare, affermando in maniera ancor più convincente dell’esperienza della guerra civile americana (1861-1865) e della guerra franco-prussiana (1870-1871) il connubio tra trinceramento, fortificazioni e moderne armi a retrocarica. La questione balcanica, più di ogni altra, mise a nudo tutti i limiti della diplomazia nell’affrontare il tema della crisi d’Oriente e rappresenta la triste dimostrazione “clausewitziana” che la guerra non è altro che la sua naturale prosecuzione. Lo stesso accordo di pace, che doveva mettere termine alle problematiche dell’area, si rivelò in realtà una miccia che continuò a bruciare inesorabilmente fino alla vigilia della Prima guerra mondiale.
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Italian -
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About the author
Francesco Dei
Francesco Dei (Siena 1975), laureato in Scienze politiche, si è specializzato in Storia e cultura dell’Estremo Oriente e in Storia e cultura della Russia e dell’Europa slava. Appassionato di storia militare e collezionista di reperti, è autore de Il sole e il ciliegio (Hobby & Work, 2011), in cui ha affrontato il tema della riunificazione del Giappone nel XVI secolo. Per questo lavoro ha dedicato sei anni di studio, numerose ricerche e viaggi in Russia.