Cosa scrissero e pensarono gli italiani a proposito dei libici al tempo delle colonie? L’immagine di un suddito arretrato ed “incivile” fu frequente, funzionale a dare legittimazione al dominio coloniale e nobilitare la sua presenza “civilizzatrice”. Ma al tempo stesso la percezione italiana dei libici si trasformò nello spazio e nel tempo, anche a seguito di quanto avvenne nel frattempo nella madrepatria e nella colonia.
La propaganda fu sempre un prezioso strumento della politica coloniale, e ogni colonialismo si è accompagnato ad una grande diffusione di razzismo e di pregiudizi. Ma quale relazione vi fu fra gli stereotipi e la politica coloniale? Furono i primi ad indirizzare la seconda o, al contrario, fu il potere italiano a manipolare l’immagine stereotipata dei sudditi coloniali?
Questo ampio e documentato studio fornisce una risposta, facendo emergere la coesistenza di entrambi i fenomeni, lungo tutto il trentennio dell’Italia liberale e fascista, sulla Quarta Sponda.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Autore della prefazione
-
Collana
Sull'autore
Gabriele Bassi
Gabriele Bassi, laureatosi a Siena, è dottore di ricerca della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. Studia la storia e la cultura del colonialismo italiano, con particolare attenzione alla Libia, un tema sul quale ha pubblicato vari saggi. Ha condotto però anche altre ricerche, dalla storia degli internati militari italiani alla storia della polizia.