Pubblicato nel 1986, La destituzione filosofica dell’arte costituisce uno dei maggiori contributi della cultura angloamericana all’estetica del secondo Novecento. In quest’opera, Danto elabora una filosofia della storia dell’arte di matrice hegeliana, il cui motore di sviluppo viene identificato nell’aspirazione dell’arte stessa a trovare la propria essenza. Tappa decisiva dell’itinerario criticofilosofico dell’autore, questo libro affronta, intorno al nucleo teorico della “fine dell’arte”, anche altri problemi cruciali dell’estetica contemporanea, quali l’apprezzamento e l’interpretazione delle opere d’arte, il rapporto della filosofia con la letteratura e dell’arte con il testo, fino a intrecciare l’arte e la sua storia con la teoria darwiniana dell’evoluzione.
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Yes -
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Italian -
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Arthur C. Danto
Arthur C. Danto (Ann Arbor, 1924 – New York, 2013), Johnsonian Professor Emeritus of Philosophy alla Columbia University, è stato uno dei maggiori filosofi e critici d’arte americani. Si è dedicato prevalentemente all’estetica, pubblicando volumi come La trasfigurazione del banale (1981), Oltre il Brillo-Box (1992). Dopo la fine dell’arte (1997), L’abuso della bellezza (2003), Andy Warhol (2009).