Un filosofo nel Gulag
Arte e letteratura in Pavel A. Florenskij, dall’Accademia teologica di Mosca ai campi di concentramento sovietici
Antonio Maccioni
Fucilato dal regime stalinista l’8 dicembre del 1937, nei pressi di Leningrado, dopo la deportazione e il soggiorno forzato nel gulag delle isole Solovki, Pavel A. Florenskij fu uno scienziato, ingegnere e chimico, teologo e filosofo di altissimo profilo. In questo saggio, i suoi scritti più noti vengono riletti attraverso la preziosa miniera di una serie di appunti e studi legati alle sue lezioni, tenute nella prima metà degli anni Venti del secolo scorso, in particolare presso i Laboratori tecnico-artistici di Stato a Mosca, il Vchutemas, e l’Accademia teologica della stessa città. Florenskij viene così riscoperto come filosofo e, soprattutto, filosofo dell’arte: il fatto estetico è il momento centrale della sua riflessione intorno al simbolo e allo spazio del confine, destinato a lasciare tracce dell’altro mondo nell’istante del crepuscolo, partendo prima di tutto dai “cocci di ciò che hanno distrutto”.
About the author
Antonio Maccioni
Antonio Maccioni, laureato in Filosofia, insegnante e dottore di ricerca in Letterature comparate, si è occupato di storia della filosofia russa e di storia della letteratura della Sardegna. Ha curato la prima traduzione dell’ultimo ciclo di lezioni tenuto da Pavel A. Florenskij all’Accademia teologica di Mosca (La concezione cristiana del mondo, 2011-2019) e le biografie di Emilio Lussu e Giovanni Spano. È autore di numerosi libri sulla cultura della Sardegna, fra cui Alla scoperta dei segreti perduti della Sardegna (2016), 101 perché sulla storia della Sardegna che non puoi non sapere (2017), I luoghi e i racconti più strani della Sardegna (2018).