Pensieri sull’imitazione

Pensieri sull’imitazione

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Nel giugno del 1755 un oscuro bibliotecario di provincia, Johann Joachim Winckelmann, pubblica a Dresda a proprie spese, in una tiratura di appena 50 esemplari, un anonimo libretto dal titolo Pensieri sull’imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura. Questo breve testo incontrò subito un’enorme fortuna, tanto da circolare addirittura in copie manoscritte, e diede impulso alle più potenti speculazioni dell’epoca: Mendelssohn, Lessing, Herder e Goethe lo considereranno un classico, e persino gli acerrimi nemici del Classicismo di Weimar, come Heinse o Hirt, non poterono fare a meno di confrontarsi con esso. Né si sottrassero a un doveroso omaggio i grandi del Romanticismo e dell’Idealismo filosofico, da Moritz a Schelling, da Schlegel a Hegel. Ma cosa rese – e rende tuttora – tanto ammaliante l’“opera prima” di Winckelmann? Il fatto che i Pensieri sull’imitazione sono il frutto di una complessa strategia retorica attraverso cui il filosofo impostava il modello di un’utopia estetica cui faranno riferimento intere generazioni, l’esperto d’arte importava in Germania la trattatistica italiana, francese e inglese inventando un nuovo modo di fare storia, e, infine, l’antiquario fondava la moderna archeologia. La presente edizione raccoglie i Pensieri sull’imitazione ma anche l’Epistola sui Pensieri e il Commento ai Pensieri, oltre ad alcuni frammenti di fondamentale importanza per comprendere tutte le potenzialità di una costellazione discorsiva che ha posto le basi per l’estetica moderna.

Book details

  • Publisher

  • Language

    Italian
  • Publication date

  • Page count

    250
  • Collection

About the author

Johann Joachim Winckelmann

Johann Joachim Winckelmann (Stendal, 1717 – Trieste, 1768) è il padre della storia dell’arte e dell’archeologia. I Pensieri sull’imitazione delle opere greche nella scultura e nella pittura (1755), l’Epistola sulle scoperte di Ercolano (1762), la Storia dell’arte nell’antichità (1763) e i Monumenti antichi inediti (1767) costituiscono il fondamento del Classicismo tedesco e del Neoclassicismo europeo e hanno profondamente influenzato l’estetica moderna.

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