L'intellettuale senza patria

L'intellettuale senza patria

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La presente intervista, rilasciata a Parigi nell’agosto del 1983 al giornalista, scrittore e traduttore americano Jason Weiss, viene qui presentata per la prima volta al pubblico italiano. «Accanto a esperienze di carattere autobiografico, Cioran esplicita, con rigore e chiarezza, quelli che sono i temi portanti del suo pensiero neo-pagano: la coscienza come “fatalità”, il tempo e la noia, l’insonnia come supplizio per l’esistenza, l’idea “positiva” del suicidio, Dio come illusorio compagno “nei momenti di estrema solitudine”, la malvagità insita nella natura umana, la storia come inesorabile “cammino verso il peggio”, e infine, l’ineluttabile destino avverso. È un Cioran che spazia a 360 gradi da un argomento all’altro, discorrendo, con padronanza e disinvoltura, di metafisica e morale, mistica e musica, filosofia e letteratura».

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Emil Cioran

Emil Cioran (1911-1995) rappresenta una delle voci filosofiche di maggior rilievo nell’ambito del “pensiero tragico” contemporaneo. Tra le sue opere ricordiamo: Al culmine della disperazione (1934), Lacrime e santi (1937), Sommario di decomposizione (1949), Sillogismi dell’amarezza (1952), La tentazione di esistere (1956), Storia e utopia (1960), La caduta nel tempo (1964), Il funesto demiurgo (1969), L’inconveniente di essere nati (1973), Squartamento (1979).

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