
“Quando la filosofia decade o scompare, lo si voglia o no, la coscienza di un’epoca diventa incerta, vacillante, oppressa. Serpeggia il dubbio sull’intera vita, sul suo senso, e muore la speranza. Si deprime allora la tensione vitale più profonda dell’uomo, la sua forza spirituale, e quindi non solo l’intelligenza, ma anche la volontà.”
Felice Balbo antevide e comprese, senza tuttavia essere capito, la grave “crisi di civiltà” moderna nella quale oggi ci troviamo drammaticamente immersi a livello planetario. Per porvi rimedio maturò e propose, all’interno di una più generale metafisica dell’essere, una concezione positiva e integrale dell’uomo (“il poter essere sussistente”) includente il possibile come “ciò che non è ancora reale, ma che sarà reale o potrà realizzarsi” in virtù della sua “amorosa inclinazione al più essere”, della sua sete di “futuro totale”.
La persona umana, in quanto soggetto che partecipa all’essere esistenzialmente senza esserlo essenzialmente, è in continuo compimento, cioè muove verso il fine di pienezza a motivo della sua naturale incompiutezza. Sognare a occhi aperti significa credere nel possibile, credere che l’impossibile di oggi (per esempio, la pace) possa realizzarsi domani proprio attraverso quell’atto di fede nel possibile che creativamente e attivamente trasforma il reale. Significa uscire dal mito negativo dell’impossibilità cronica e dalla trappola del pessimismo cosmico per vivere al meglio la dialettica più radicale dell’esistenza, quella tra essere e divenire.
Balbo elabora un’originale filosofia dello sviluppo umano, inteso come realizzazione integrale dell’uomo, incremento d’essere, integrazione di tutta la persona e di tutte le persone in relazione comunitaria, “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”, come dirà pochi anni dopo Paolo VI nella Popolorum Progressio e come oggi non si stanca di ripetere Papa Francesco.Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
208 -
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